Fee o commissioni

Le fee o commissioni nel mondo delle criptovalute

Le fee, tradotto in italiano come "commissioni", sono in pratica una somma di denaro o di criptovaluta che viene trattenuta dal gestore di un servizio come corrispettivo per l'erogazione di una prestazione.

Esse sono spesso applicate dai siti di exchange, quando si acquistano o si vendono criptovalute: le fee, in questo caso rappresentano il costo del trading.

Ma vi sono anche i portafogli elettronici online o i microwallet che, pur essendo gratuiti all'atto dell'iscrizione, applicano una commissione sia in caso di deposito che di trasferimento: in questo caso le fee sono l'unica fonte di guadagno per questi wallet online, atteso che il servizio viene generalmente erogato gratis.

Ma commissioni vi sono anche nelle semplici transazioni di moneta elettronica. Esse sono definite "blockchain fee" o "commissioni miners" e rappresentano una sorta di tassa di transazione a carico degli utenti che eseguono operazioni. Il pagamento di questa fee rappresenta la ricompensa per i minatori di cryptomoneta che contribuiscono all'esistenza della blockchain ed hanno il compito di confermare le transazioni, minando il blocco della rete ove queste si trovano. Più è alta la fee pagata dal mittente, più veloce sarà la sua conferma da parte dei miners: questa commissione quindi permette di accelerare le operazioni di passaggio di criptovaluta, rallentate dall'alta congestione della rete. Nel 2017 il fee per una transazione sulla rete Bitcoin, ad esempio, è stato di circa 300 satoshis/byte, cifra oggi più bassa grazie all'adozione del Lightning Network.

Vi sono, infine, anche alcuni faucet stessi che applicano una commissione in percentuale sulla somma richiesta all'atto del withdraw. Per fortuna i rubinetti che applicano queste fee sono molto pochi e, comunque, non richiedono quasi mai più del 10% dell'intero withdraw: considerando, infine, che, trattandosi pur sempre di gettoni di criptomoneta regalati, non rappresentano mai per l'utente un vero costo.